Con gli occhi chiusi ascoltava i rumori attorno a lui, tra tintinnare di boccali e imprecazioni di contadini non riusciva a rilassarsi.
D’un tratto notò qualcosa di particolare, un energumeno con la faccia da bulldog che rivolse qualche frase al barista e questo quasi scoppiò a piangere abbracciandolo.
Inutile dire che l’omaccione non gradì quell’affetto ma si limitò a uno spintone e subito dopo consegnò un quaderno dal dorso rilegato, con la pelle consumata dall’usura frequente.
Il libro mastro del birrificio? No, non è qualcosa di così importante da piangere di gioia, c’era di più. Anche perché il publican in cambio gli diede una botticella da un gallone senza un filo di polvere e il bestione se ne andò. Jonathan – o meglio il Dott. Wild, come l’avrebbero chiamato di li a poco – si affrettò a pagare e scese in strada per seguire il mastino.
Corpulento e appesantito dalla botte, l’uomo non era molto lontano, si stava avviando lungo Gracechurch Street e fu facile rintracciarlo. Faceva buio, non c’era rischio di esser visti.
In breve il percorso si concluse davanti a un edificio di mattoni, figlio dei primi accenni della rivoluzione industriale. L’insegna sulla porta era chiara: Police Station.
Nel 1704 il concetto bevi responsabilmente era ancora lontano e così Jonathan, avvinazzato e incurante, entrò come se nulla fosse.
Lo accolsero sguardi torvi accompagnati dalla domanda E tu cosa diavolo ci fai qui dentro per dio?
Nonostante fosse palesemente ubriaco, il giovane ventunenne reagì in modo geniale, come solo un vero imbroglione bastardo sa fare: Cerco lavoro, disse.
The Thief-taker General di Londra
I delitti nella capitale di un impero non mancano mai e il Dott. Wild era fenomenale nel dare la caccia ai criminali, incastrarli e sbatterli in cella, al punto che lo nominarono capo di un ufficio apposito.
Ma qui non parliamo di persone per bene, noi raccontiamo storie di veri figli di puttana e il nostro Jonathan non poteva certo accontentarsi di quei due spicci dello stipendio di un poliziotto, così iniziò a esplorare altre possibilità.
Non aveva dimenticato quella sera al pub quando il birraio regalò la botte al suo collega. Ci sono oggetti più preziosi di altri, pensava, non ha senso trattarli come fossero roba qualunque.
Anche essere uno sbirro corrotto non è abbastanza per il privilegio d’esser raccontati su questo sito. Così il Dott. Wild decise di andare oltre.
Quella stessa notte sapeva ci sarebbe stato un piccolo furto, un suo ratto gli aveva detto che alcuni ladri avrebbero fatto irruzione nella casa di un lord in disgrazia, privo di sgherri a proteggerlo, per prendersi quel che rimaneva dell’antico fasto nobiliare: argenteria, gioielli di poco valore, forse qualche sterlina. Il compito era quella di sventare il furto, ma il Dott. Wild diede ordine ai suoi uomini di attendere poco distante.
Il dottore osserva i ladri forzare la serratura di una finestra, ne segue le lievi luci di candela attraverso le stanze della villa, sente il rumore di qualcosa che va in pezzi e poco dopo fa un cenno ai suoi uomini, in direzione dei criminali in fuga. Non vi arresterò, ma da oggi lavorate per me, disse prendendosi parte della refurtiva.
Un ricatto a dei ladri è ancora troppo poco.
L’indomani andò dal lord e con discrezione, intanto che faceva le solite domande di routine, lasciò intendere che le indagini sarebbero andate a rilento a causa della grande mole di lavoro, ma fece anche capire c’erano alcune scappatoie. Tutti i poliziotti del distretto lamentano una certa arsura, forse uno nella sua posizione potrebbe abbeverarli.
In breve Jonathan Wild divenne padrone assoluto di Londra: controllava la polizia, dirigeva i furti, ricattava i criminali e le vittime, prendendo dagli uni e dagli altri a proprio piacimento.
Ma noi stiamo raccontando la storia di un vero dirty bastards, assetato come pochi. Iniziò a partecipare direttamente ai crimini, ubriaco del suo stesso potere, ma essendo un notabile non poteva certo rubare come un comune delinquente della city, no, lui offriva protezione.
Il King’s Ale e il segreto del malto essiccato a carbone
Nel ramo della protezione il Thief-taker General, soprannome ufficiale della nostra amabile canaglia, aveva mani ovunque, tranne in un piccolo pub molto frequentato che abbiamo già incontrato all’inizio del racconto. Nemmeno aveva un nome, solo una piccola insegna con scritto King’s Ale, la birra del Re.
Il mastro birraio rifiutava la protezione del Dott. Wild e ogni volta che il bastardo tentava di organizzare un furto al King’s Ale questo veniva sempre sventato dalle guardie armate del Re, “per caso” di passaggio da quelle parti.
Incuriosito, Jonathan decise di fare tutto da solo, evidentemente qualcuno sabotava i suoi piani e lo tradiva, spifferando le sue intenzioni ai soldati. Ma per quale motivo?
Dal diario ritrovato e poi perduto di Jonathan Wild:
Sono entrato e non potevo crederci, ho capito perché quel pub era così speciale. Vi dico che questo nuovo metodo di essiccare il malto col carbone fossile cambia tutto. Prima usavamo solo legna e carbone di legna per i forni di maltazione. Il malto usciva scuro, affumicato, dava birre marroni e dense. Ma ora con questo coke, carbone fossile trattato, possiamo controllare meglio il calore. Brucia più pulito, con meno fumo, a temperature più stabili. Il risultato? Malto più chiaro, quasi dorato!
Questa nuova birra è più digeribile. Il sapore? Addio al sentore pesante di fumo! Ora avverto il luppolo, il malto dolce, le note floreali.
La prima English Pale Ale
Incredulo, il Dott. Wild osservò le botti e si rese conto che ve ne erano di due tipi: le prime impolverate, malmesse e dall’odore acre erano disposte in una lunga fila, verso la sala principale del pub, le altre invece erano già state posizionate con cura sopra una piccola chiatta ormeggiata in un imbarchino nascosto all’interno del magazzino. Avvicinandosi lesse marchiato a fuoco sui barili: King’s Pale Ale.
Fuggì, ma non prima di aver chiuso il cerchio, capì immediatamente cosa conteneva quel libro all’inizio della nostra storia: il segreto del malto essiccato a carbone.
Esperto com’era impiegò pochi minuti a scovarlo nascosto in un cassetto nella camera da letto del publican. Invasato, non andò per il sottile, un colpo secco alla nuca del barista e fuggì con il quaderno, senza lasciar testimoni.
Voleva rivelare a tutta la Gran Bretagna quel processo miracoloso? O da vera carogna desiderava lucrare sulla Pale Ale?
Non lo sapremo mai, perché pochi giorni dopo Jonathan Wild fu tradito, processato e condannato. Trasportato a Tyburn, dove il Tyburn Tree – una forca – lo attendeva da tutta la vita, paziente. Il giusto finale per uno dei più grandi bastards della sua epoca.
Non disse a nessuno dove aveva nascosto il quaderno con il segreto per produrre la King’s Pale Ale, la prima English Pale Ale della storia.
Oggi dove sarà quel segreto? Probabilmente distrutto. Eppure recentemente il nostro mastro birraio ha fatto un viaggio misterioso in Scozia, senza spiegarci come mai andava, e quando è tornato ha prodotto proprio una English Pale Ale, la nostra 10100.
Il segreto del Dott. Wild potrebbe davvero essere custodito a Torino?
La storia è di fantasia. Jonathan Wild è esistito davvero, era una specie di via di mezzo tra un poliziotto corrotto e un padrino della criminalità organizzata. Un bastardo ma di quelli che ci piacciono poco in realtà. In ogni caso l’utilizzo del carbone fossile ha permesso davvero la nascita di una grande varietà di birra. Il resto è finzione.